Primi Tempi
Il Bingo come lo conosciamo oggi rappresenta una forma di lotteria ed è un discendente diretto de Lo Giuoco del Lotto d’Italia. Quando l’Italia fu riunita nel 1870, fu organizzata la Lotteria italiana Nazionale de Lo Giuoco del Lotto d’Italia, e da quel momento è stata tenuta ogni anno, quasi senza interruzioni, ad intervalli settimanali fino ad oggi. Oggi la lotteria di Stato italiana è indispensabile per il budget governativo, con un contributo annuale di oltre 75 milioni di dollari.
Nel 1778 venne riportato dalla stampa francese che Le Lotto aveva catturato l’interesse dell’intelligentsia. Nella versione classica del Lotto, la quale si è sviluppata durante questo periodo, le schede da gioco usate venivano divise in tre file orizzontali e nove file verticali. Ciascuna fila orizzontale aveva cinque spazi numerati e cinque spazi vuoti organizzati in maniera casuale. Le file verticali contenevano numeri da 1 a 10 nella prima fila, da 11 a 20 nella seconda, eccetera fino a 90. Non esisteva una scheda del Lotto uguale all’altra.Le chip erano numerate da 1 a 90 ed andavano a completare l’equipaggiamento per il gioco. Ai giocatori veniva distribuita una singola schedadel Lotto, poi l’annunciatore estraeva un piccolo gettone in legno numerato da una borsa in tessuto e leggeva il numero a voce alta. I giocatori coprivano il numero se appariva sulla loro scheda. Il primo giocatore a ricoprire un’intera fila orizzontale era il vincitore. Nel 1800 divennero molto popolari i giochi del Lotto educativi. Un gioco del Lotto tedesco del 1850 circa era studiato per insegnare ai bambini le tabelline. Esistevano anche altri giochi del Lotto educativi come ‘Spelling Lotto,’ ‘Animal Lotto,’ e ‘Historical Lotto.” Anche nell’odierno e altamente competitivo mercato di giochi e giocattoli, il Lotto se la cava alla grande; Milton Bradley vende un gioco del Lotto che ha come protagonisti i Muppets di Sesame Street. Il gioco è studiato per fornire ai bambini nella fascia di età 3-6 anni un sacco di divertimento e, allo stesso tempo, per insegnare loro a contare e a riconoscere i numeri.
Beano
Era una sera di dicembre del 1929 quando un venditore di giocattoli molto stanco di New york, Edwin S. Lowe, decise di guidare fino a Jacksonville, Georgia, per poter guadagnare tempo con i suoi appuntamenti per il giorno dopo. L’anno prima, con due impiegati e $ 1000 di capitale, Lowe aveva fondato la sua personale compagnia di giocattoli. Poco dopo, il mercato crollò e le prospettive per la sua neonata azienda si fecero quantomai sconfortanti. A poche miglia da Jacksonville, Lowe svoltò una curva e fu accolto dalle luminose luci di un luna park di campagna. Era in anticipo sulla sua tabella di marcia, così parcheggiò l’auto e uscì. Tutte le attrazioni del Luna Park erano chiuse eccetto una, che era stracolma di gente. Lowe si alzò in punta di piedi e ciò sopra le spalle dei partecipanti. L’azione si centrava su di un tavolo a forma di ferro di cavallo coperto da fagioli e carte numerate. Il gioco che stavano giocando era una variazione del Lotto chiamata Beano. Il banditore, o annunciatore, estraeva piccoli dischi di legno numerati da una vecchia scatola di sigari e, allo stesso tempo, chiamava il numero ad alta voce. I giocatori rispondevano controllando freneticamente le loro schede per vedere se possedevano il numero chiamato; in tal caso, piazzavano un fagiolo sul numero. Questa sequenza continuava finché qualcuno riempiva una linea di numeri sulla propria scheda – sia orizzontalmente che verticalmente o diagonalmente. Questo traguardo veniva segnato urlando “Beano!” Il vincitore riceveva una piccola bambola Kewpie.
Ed Lowe provò a giocare a Beano quella notte, ma, come ricorda, “Non riuscii a trovare un posto libero. Ma mentre stava aspettando, notai che i giocatori erano praticamente dipendenti da quel gioco. Il banditore voleva chiudere, ma ogni volta che diceva, ‘questa è l’ultima partita’, nessuno si muoveva. Quando finalmente si decise a chiudere alle tre del mattino dovete scacciare via tutti.”
Dopo aver chiuso, il banditore raccontò a Lowe che era imbattuto in un gioco chiamato Lotto mentre viaggiava con un Luna Park itinerante in Germania l’anno prima. Pensò immediatamente che sarebbe potuto diventare un ottimo gioco ambulante o da Luna Park. Effettuò qualche modifica alle regole, e ci cambiò il nome in Beano. Il gioco dimostrò di essere senza dubbio uno dei preferiti dalla folla e una vera miniera d’oro tanto che al suo ritorno negli Stati Uniti, continuò a proporre il gioco nel circuito dei Luna Park.
Bingo
Ritornando a casa sua a New York, Lowe acquistò alcuni fagioli secchi, un timbro numerato in gomma e un po’ di cartoncini. Invitò gli amici al suo appartamento e Ed Lowe assunse il ruolo di banditore. Ben presto i suoi amici stavano giocando a Beano con la stessa attenzione ed entusiasmo che aveva visto al Luna Park. Durante una sessione Lowe notò che uno dei giocatori era vicino a vincere. Diventava sempre più entusiasta man mano che aggiungeva fagioli alla sua scheda. Alla fine le rimaneva solo un numero – e venne chiamato! La donna saltò dalla sedia, le si attorcigliò la lingua, ed invece di urlare “Beano”, balbettò “B-B-B-BINGO!”
“Non riesco a descrivere lo strano senso di gioia che mi provocò l’urlo di quella ragazza,” disse Lowe. “Tutto quello a cui riuscivo a pensare era che avrei dovuto pubblicare questo gioco, e lo avrei chiamato Bingo!”
Il primissimo Bingo di Lowe si poteva trovare in due versioni – un set da 12 schede per un dollaro ed un set con 24 schede per due dollari. Un successo immediato e rimise saldamente in piedi l’azienda di Lowe. Anche se il nome Bingo avrebbe potuto benissimo essere stato registrato, il gioco stesso, essendo nato dal dominio pubblico, aveva pochissime possibilità di poter essere protetto. Gli imitatori non tardarono ad arrivare una volta che il successo del gioco di Lowe divenne pubblico. Lowe affrontò con una classe l’intera faccenda. Chieste ai suoi concorrenti di pagargli un dollaro l’anno, e di chiamare – Bingo anche i loro giochi. Un piccolo prezzo da pagare per evitare contenziosi – e in questo modo il nome del gioco divenne generico.
Schede da Bingo e Matematici Pazzi
Parecchi mesi dopo che il Bingo uscì sul mercato, Lowe fu avvicinato da un prete proveniente da Wilkes-Barre, Pennsylvania. Il Padre aveva un problema nella sua parrocchia. Un parrocchiano dall’occhio lungo aveva avuto l’idea di usare il Bingo come metodo per far uscire la chiesa dai suoi guai finanziari. Il prete aveva messo in atto il piano dopo aver acquistato parecchi set da $2 del gioco di Bingo di Lowe. Tuttavia, si crearono immediatamente dei problemi dopo che si scoprì che ogni partita produceva mezza dozzina o più di vincitori. Lowe poté vedere immediatamente le impressionanti possibilità del Bingo di racimolare capitali, ma allo stesso tempo, comprese che per rendere il gioco funzionale su una scala così ampia, dovevano essere sviluppate molte più combinazioni di numeri per le schede. Per poter fare questo, Lowe si avvalse dei servizi di un anziano professore di matematica della Columbia University, un certo Carl Leffler. Lowe chiese al professore di progettare 6000 nuove schede da Bingo con dei gruppi omerici non ripetitivi. Il professore acconsentì ad una tariffa che lo ricompensava un tanto per ogni scheda. Con l’avanzare del lavoro del professore, ogni scheda divenne sempre più difficile. Lowe era impaziente, e adesso la fine il prezzo per scheda era lievitato fino a $ 100. Alla fine, il compito fu completato. La E.S. Lowe Company aveva le sue 6000 schede – alle spese della sanità mentale del professore! La chiesa di Wilkes-Barre si salvò e dopo di essa, stessa sorte toccò anche alla Knights of Columbus Hall a Utica, New York. La voce si diffuse rapidamente – “Ricevevo migliaia di lettere che mi chiedevano aiuto per creare giochi di Bingo,” disse Lowe – così tante che pubblicò il primo Instructional Manual per il Bingo. Questo sforzo fu seguito da un periodico mensile chiamato The Blotter (assorbe tutte le news sul Bingo) che venne distribuito a 37.000 iscritti. Entro il 1934 si stimava si tenessero 10.000 partite di Bingo ogni settimana, e l’azienda di Ed Lowe impiegava un migliaio di dipendenti che cercavano freneticamente di tenere il passo della richiesta – occupando interi piani di grattacieli per gli uffici New York, e 64 macchine che stampavano 24 ore al giorno – “… usavamo più carta da giornale del New York Times !”
Secondo Lowe, La più grande partita di Bingo nella storia fu giocata presso la Teaneck Armory di New York- 60,000 giocatori, con altri 10.000 che vennero respinti all’ingresso. Vennero date via 10 automobili. Il Bingo si apprestava ad una partenza rapida, e allo stesso tempo, si era riservato un posto nell’iconografia americana al fianco di baseball e torta di mele – tutto grazie a Ed Lowe e al declino mentale del Professor Leffler.